Presentazione della silloge poetica: “La vena delle viole” di Antonella Carmen Caggiano 

Il 29 dicembre 2023, presso il Convento Sant’Antonio di Polla, all’interno della Sala San Francesco, avrà luogo la presentazione della silloge poetica “La vena delle viole”, a cura della poetessa Antonella Caggiano. L’appuntamento è per le ore 19.00. Dialogherà con l’autrice Paola D’Angelo, con le riflessioni musicali di Giosi Cincotti.

Antonella C. Caggiano, originaria di Polla, si è laureata in Lettere con 110 e lode, presso l’Università Federico II di Napoli. Vive a Pescara dal 2016, dove insegna, scrive e organizza eventi culturali. Ha pubblicato vari libri, soprattutto di poesie. 

Molte sue poesie sono state tradotte in diverse lingue e sono presenti all’interno di importanti antologie. All’autrice sono stati conferiti diversi premi letterari.

Come ha scoperto la sua passione per la scrittura?

La scrittura ha scoperto me. Io non me ne sono accorta, né l’ho cercata. Scrivo dall’età di undici anni, e la scrittura per me è una necessità. Preciso che scrivere sia una fatica, soprattutto per quanto attiene alla parte del labor limae. È la revisione, infatti, lunghissima e faticosissima.

Quale messaggio ha voluto lanciare con il libro “La vena delle viole”?

La vena delle viole, pubblicata da “Carta Canta”, nella collana curata dal poeta e scrittore Davide Rondoni, è un libro d’amore: l’amore non tra due persone ma in senso lato. Tutte le poesie parlano d’amore, in modo particolare: l’amore accolto, sofferto, l’amore verso l’altro, quello filiale e quello che vorrebbe salvare dal dolore o che il dolore sublima. La silloge accoglie, dunque, l’amore verso la vita, i figli, mio fratello ( che ci ha lasciati in età giovanissima), recita così:

Allora ti vedrò
passare, fratello mio
fiato su un vetro.
Ombra seduta
sulla tua sedia, bagliore
della falena.
Passi più lenti
verso la porta
che non si aprirà
e tutte le scuse
che quel dio distratto
fra mani asciutte
non saprà trovare.

L’amore che resiste alle difficoltà della vita, amore dunque che resiste, come le viole, alle condizioni climatiche, al freddo intenso, al caldo afoso.

Che sensazione si prova dopo aver scritto un libro?

Incredulità. Quando l’ho visto tra le mani stentavo a crederci: dopo tanta fatica finalmente il mio lavoro si materializzava e prendeva forma; dal momento che per me la revisione è come un travaglio.

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